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Come spesso accade, ci siamo costruiti da soli un nuovo gioco: la valigetta del dottore. Partendo dall’iniziativa della Croce Rossa Italiana che sponsorizzo, ho deciso di coinvolgere un po’ di più i miei bambini al rapporto col dottore che, soprattutto per il piccolino, è un po’ problematico. Pur non avendo mai avuto “traumi” dovuti all’assidua vista del dottore, Lorenzo quando vede qualcuno con il camice, anche il semplice farmacista, incomincia a piangere in maniera viscerale; la cosa un po’ mi preoccupa e così vorrei cercare di spiegargli, GIOCANDO, che la figura del dottore non è nemica, aiuta i bambini e li guarisce. Abbiamo così iniziato un nuovo tipo di gioco: il dottore. In realtà spesso già da soli, prendendo un peluche e facendo finta che fosse malato, creavano questa situazione ma questa volta voglio proprio rendere il gioco più veritiero. Per il momento iniziamo con il costruire la valigetta poi… penseremo al contenuto. Leggi tutto

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Oggi partecipo anch’io a questa iniziativa perché trovo giusto sia importante parlare della scuola e del mondo che ci gira intorno; i nostri figli passano la maggior parte del loro tempo lì e tutto deve funzionare al meglio per potergli dare un futuro migliore.

Io non sono ancora entrata a far parte del mondo “scuola” nel vero senso della parola; non sono ancora entrata nel circo dei compiti al pomeriggio, delle poesie da imparare a memoria, del controllare e firmare il diario o i quaderni con i voti tutti i giorni, del preparare lo zainetto con tutto il necessario per la mattina dopo e molto altro… I miei bimbi sono ancora all’asilo anzi, il più piccolo non lo ha nemmeno iniziato sta di fatto che comunque, a volte, mi capita di pensare a come sarà, a cosa mi aspetta.
Le mie aspettative sono tante come lo sono per l’asilo: mi piacerebbe che mio figlio fosse coinvolto al 100% in iniziative e lezioni sempre molto interessanti, che la noia non prenda mai il sopravvento, che un pizzico di allegria e di spensieratezza o un sorriso si possa comunque fare anche durante una lezione perché se un bambino è felice nel contesto in cui sta, di sicuro sarà contento di andarci tutti i giorni, di vedere le sue maestre e di essere curioso di… cosa faremo oggi?Io ho un bel ricordo della scuola, mi sono sempre molto interessata a ciò che mi veniva spiegato e quando tornavo a casa ero molto entusiasta di rileggere e studiare e volevo far partecipi anche i miei genitori delle nuove conoscenze che avevo avuto; ho avuto degli insegnanti molto curiosi e interessati a ciò che ci spiegavano sembrava che ogni lezione che tenevano fosse sempre la prima per loro per il grande entusiasmo che ci mettevano e questo mi permetteva di soffermarmi con piacere ad ascoltarli e quindi lo studio mi risultava sempre molto piacevole. Avevo solo una professoressa, di inglese, che invece sembrava quasi fosse costretta tutte le mattine a venire a scuola solo per portare a casa lo stipendio e… bhe il mio rendimento lì era veramente scarso, avevo poco interesse e dai miei voti si vedeva proprio. Ecco perché vorrei che la scuola non fosse solo un posto per studiare visto come un “libro da leggere”; vorrei che la curiosità fosse il punto focale: se i bambini sono incuriositi, apprendono più facilmente e con interesse e spero proprio che Simone e Lorenzo possano trovare degli insegnanti curiosi e amanti del lavoro che fanno.

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